Pochi
riescono a sentire la nostra voce, pochi capiscono le nostre parole.
La nostra è una lingua antica, come lo siamo noi, una lingua parlata
fin dall’inizio dei tempi, quando l’uomo era ancora in grado
senza sforzo di comprenderci. Poco a poco le cose sono cambiate, il
mondo è diventato un luogo frenetico, l’uomo non ha più avuto il
tempo né la voglia di starci a sentire. Così, dopo millenni, si è
persa quasi del tutto la nostra voce. Qualcuno però ancora la ode,
chi sa ancora avvicinarsi alla natura volendo solo proteggerla, chi
ha ancora uno spirito puro e un cuore che sa che in ogni essere si
nasconde un’anima, anche negli animali, anche nelle piante.
A
questi pochi che ancora oggi ci sentono noi alberi parliamo
sussurrando e loro ascoltano i nostri pensieri e ci rispondono. Sanno
che anche noi abbiamo cuore e anima, sanno che abbiamo il privilegio
e a volte la sfortuna di vedere molte cose, di passare, per i più
vecchi di noi, attraverso decenni e a volte secoli, di veder mutare
le generazioni degli uomini e le loro storie, di conoscere i piccoli
e grandi animali che cercano rifugio accanto a noi, di osservare
mutamenti e trasformazioni, sanno, e basta.
Affinché
la nostra voce giunga a tutti, sarà bene però iniziare dal
principio.
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